ASGI
25.05.2009
Il Ministro dell'interno Maroni ha fornito ampia informativa su questioni connesse all'immigrazione, focalizzando in particolare l'attività svolta dal Governo nel lasso di tempo che va dal 6 al 10 maggio scorso, quando 471 cittadini stranieri sono stati fermati prima dell'ingresso nelle acque territoriali nazionali e ricondotti nel porto di Tripoli.
Si tratta di una politica di respingimento e riaccompagnamento pienamente conforme al vigente quadro normativo internazionale che il Governo intende proseguire senza tentennamenti convinto che essa rappresenti un valido deterrente contro le organizzazioni criminali, consenta di salvare molte vite umane e garantisca una drastica riduzione degli sbarchi, tanto che il Centro di identificazione ed espulsione di Lampedusa, da sempre sovraffollato ed emblema del fallimento delle precedenti politiche, ospita ad oggi 60 migranti, peraltro in attesa di trasferimento essendo stato loro riconosciuto lo status di rifugiati. Il Ministro ha richiamato la validità del principio di cooperazione tra Stati alla base delle operazioni condotte in sintonia con le autorità libiche ed ha dettagliatamente specificato tutte le norme, le convenzioni e gli accordi internazionali che certificano la correttezza delle procedure adottate dall'Italia che peraltro, attraverso le intese bilaterali con la Libia che impegnano al rispetto di norme e standard internazionali in tema di accoglienza, sta svolgendo una funzione di surroga rispetto ai doveri dell'Unione europea, di cui è dunque auspicabile un maggiore impegno al pari dell'UNHCR, in una linea di governance condivisa tra Paesi d'origine e di destinazione.
Pur apprezzando i risultati acquisiti in termini di contrasto alla tratta di esseri umani, il sen. D'Alia (UDC-SVP-Aut) ha lamentato la parzialità della risposta del Ministro, giacché gli sbarchi rappresentano solo il 10-15 per cento del complessivo fenomeno dell'immigrazione clandestina. Non convince peraltro la politica dei respingimenti, non sufficientemente garantista per profughi e richiedenti asilo.
Anche ad avviso del sen. Li Gotti (IdV), il Ministro non ha fornito alcuna risposta convincente sul rispetto delle norme internazionali; anzi, tenuto conto che, in caso di intercettamento in acque internazionali, il riaccompagnamento è previsto solo su richiesta del natante intercettato, le procedure adottate dall'Italia sono certamente scorrette ed espongono il Paese a censure in ambito internazionale.
Il sen. Bricolo (LNP) ha invece sottolineato i risultati conseguiti dal Governo e dal Ministro dell'interno sulla base di una politica seria e severa fondata sul rispetto delle regole, in linea con l'opinione della stragrande maggioranza dei cittadini italiani. I respingimenti rappresentano uno strumento efficace di lotta all'immigrazione clandestina, massicciamente adottato da altre nazioni europee, in un'ottica di necessaria regolazione del fenomeno anche al fine, in un momento di crisi economica, di salvaguardare posti di lavoro a vantaggio dei cittadini italiani.
Nel sottolineare come la pratica dei respingimenti sia contraria persino alla lettera della legge Bossi-Fini, la sen. Finocchiaro (PD) ha evidenziato che le procedure adottate hanno di fatto negato i diritti riconosciuti ai profughi e ai richiedenti asilo, avendo configurato un respingimento collettivo espressamente vietato dalle norme nazionali ed internazionali.
Infine, il sen. Saltamartini (PdL) ha ricordato come l'attuale Governo abbia ereditato un milione di clandestini presenti sul territorio nazionale ed un fenomeno degli sbarchi in deciso aumento, con tutto ciò che ne conseguiva anche in termini di tragedie del mare. La politica di prevenzione e di respingimento predisposta dal Ministero dell'interno ha conseguito brillanti risultati nel contrasto alle organizzazioni criminali ed ha consentito di fatto di salvare un grande numero di vite umane.
Resoconto stenografico
Fonte : comunicato del Senato della Repubblica sulla seduta n. 214 del 25/01/2009 - www.senato.it
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