Il primo luglio, il Consiglio Superiore della Magistratura ha emesso ed approvato la sua opinione consultiva sul Decreto Legge no. 92/2008 del governo italiano, al momento in discussione alla Camera dei Deputati. Pubblichiamo qui il link all 'opinione.
Ben ricordando che il CSM non ha il potere di dichiarare la costituzionalità o meno di una norma. A questo proposito la lettera inviata dal Presidente della Repubblica al CSM stesso risulta scoraggiante. Non tanto per il contenuto, che è sacrosanto, ma esattamente perché la ovvietà dello stesso ci fa capire che o la coscienza civica italiana é arrivata all'ignoranza totale delle basiche regole democratiche o la Presidenza della Repubblica ha talmente svuotato il suo ruolo da non essere capace di interventi oltre al banale. Uno dei segnali piu preoccupanti è che un'istituzione costituzionalmente devota alla difesa della Costituzione si preoccupi piu della concordia nazionale (quale poi?) che della Costituzione stessa.
Comunque, per tornare al centro del discorso, l'opinione del CSM fa un'analisi del decreto che nelle parti critiche è abbastanza impietosa. L'aggravante generale e l'abolizione della condizionale per colpevoli di reato penale che si trovino illegalmente sul territorio italiano è riconosciuta come contraria alla giurisprudenza della Corte Costituzionale. Le nuove norme sulle espulsioni secondo il CSM intaseranno il sistema degli uffici giudiziari con il massivo ricorso - ora obbligatorio e non facoltativo - alle procedure per direttissima ed immediata. La reiscrizione a ruolo dei casi allo scopo di dare la precedenza a determinati reati non solo confligge con il principio costituzionale dell'obbligatorietà dell'azione penale ma anche con i diritti derivanti dal giusto processo. Riguardo alla cosidetta norma salva-processi o salva-premier, il CSM rivela la sua irragionevolezza in quanto si trova a sospendere i processi per alcuni reati che in altre norme del decreto stesso dichiara d voler piu fortemente perseguire.
Finalmente, l'organo di auto-governo della magistratura italiana critica con vigore il sistema dell'utilizzo del decreto-legge per l'introduzione di norme penale o intervenenti su aspetti privativi di diritti e libertà fondamentali.
Ciò che lascia delusi nella opinione del CSM è la rarità di paragoni a diritti e clausole costituzionali. Probabilmente la lettera del Capo dello Stato ha alquanto intimidito il consesso. Inoltre, ma questo è un problema generale del sistema giudiziale italiano, nessun riferimento è stato fatto al diritto internazionale che, in quanto contenuto sostanziale degli obblighi dell'articolo 117(1) della Costituzione, costituisce parametro di valutazione della costituzionalità delle leggi (e dei decreti legge).
Speriamo solamente che non si debba attendere la Corte Costituzionale o la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo per rimediare a questi pasticci.
Anche se geograficamente lontano, aderisco alla manifestazione dell'8 luglio a Roma contro le leggi canaglia.
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