Monday 10 November 2008

Voto di Civiltà















Oggi è un giorno storico per il Trentino.Scrivo per esprimere la mia gioia nell'apprendere dei risultati alle elezioni provinciali e le mie opinioni su di esse. In molti aspetti, queste elezioni marcano un punto importante per la comunità trentina. La mia intitolazione di questo post "Un voto di civiltà" riflette il mio sentimento verso la mia terra e disegna quello che per me constituisce un parallelismo tra queste elezioni e le elezioni nazionali francesi del 2002. Anche là i francesi si trovarono di fronte ad un voto di civiltà: scegliere tra Le Pen e Chirac. Anche in quell'occasione la risposta fu forte.

Premetto che questa volta, e con mio rammarico, non mi sono recato a votare a causa della repentina posticipazione delle elezioni. Ciononostante, confesso che questo avvenimento mi ha tenuto con il cuore in gola.

Il voto di oggi sottolinea un'altra volta la specificità dei Trentini, popolazione a vocazione di tolleranza e solidarietà. Elementi per non votare Dellai ce n'erano, non fosse altro per avere un cambio, al di là del buongoverno che ha garantito in questi anni. Ma di fronte alla sfida di civiltà propostaci dalla candidatura di Divina, esponente di un partito che esprime visioni anche xenofobe ed intolleranti (basti il suggerimento di "treni speciali" per gli immigrati extracomunitari di Boso e dello stesso Divina – vedi "Repubblica.it" del 17 gennaio 2003, http://www.repubblica.it/online/politica/boso/boso/boso.html -, per fare un esempio), la scelta è divenuta unica ed imperativa: il Trentino, terra di tolleranza e solidarietà appunto, secondo la mia opinione non vuole e, per la salvezza anche della sua immagine, non deve essere associato e rappresentato da un partito con quella storia e quei messaggi. I Trentini hanno delle peculiarità differenti dal resto del Nord-est, e d'Italia. I Trentini raccolgono in se stessi i semi di due culture di confine: quella latina e quella mitteleuropa. Questa realtà e questo sentimento di confine (che assicuro da "espatriato" si avverte in maniera particolare quando si ha a che fare con nazioni e culture differenti) marcano una vocazione forte, direi cogente, nei Trentini verso l'incontro, la comprensione ed il rigetto dell'intolleranza.

La mia speranza è che questo voto segni un punto di non ritorno. Un momento in cui il Trentino decida di risolvere i vari problemi d'integrazione che esistono, con un sentimento aperto, come una sfida di crescita. I nostri nonni erano emigranti: non dimentichiamolo mai! Le nostre radici sono salde e sono state costruite nelle sfide della storia che ci hanno reso una realtà unica ed incomparabile col resto d'Italia. Dopo questo no all'intolleranza, possiamo e dobbiamo lanciare una sfida per un Trentino esemplare in Europa, la nostra casa naturale. Un esempio lo siamo stati nel dopoguerra, quando la nostra regione ha rappresentato, e continua a rappresentare, un esempio illuminante di convivenza e solidarietà fra gruppi linguistici differenti (ma non cosi differenti culturalmente). Ora possiamo e dobbiamo costruire una comunità aperta al nuovo ed ai nuovi, con la memoria del nostro passato e le storie dei nostri nonni emigranti nel cuore e nella testa.

Dopo il 9 Novembre, il Trentino può e deve essere un faro in Europa ed in Italia. Questo è un appello che rivolgo al Presidente Dellai, alla nuova Giunta ed al nuovo Consiglio Provinciale. Ancora ed infine, ringrazio di cuore, non sapete quanto, i Trentini che hanno votato domenica. Grazie per questa prova di civiltà. Sono orgoglioso di essere Trentino!

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